04 aprile 2024

LUNEDÌ FRA L'OTTAVA DI PASQUA - ANNO B -

LUNEDÌ 1 APRILE 2024

At 2,14.22-33      Mt 28,8-15   

OMELIA

Il cammino che la Chiesa ci vuol proporre attraverso l'esperienza della Risurrezione del Signore è di ritrovare la convinzione che Gesù è veramente risorto e, per entrare in questa visione, ecco tre passaggi che -se avessimo letto tutto il testo come era stampato-, ci fornisce il linguaggio per poter veramente entrare in questa esperienza di Gesù: essere dei ricercatori, vivere del mistero della Parola, cercando di incontrare veramente il Maestro sacramentalmente.

Tre aspetti che dovremmo riuscire a collocare nella nostra vita: ricercatori in ascolto per gustare.

Innanzitutto essere dei ricercatori.

Quelle donne volendo imbalsamare il corpo di Gesù dicono, attraverso il loro atteggiamento, quanto possono essere legate alla figura di Gesù risorto. Esse vanno per imbalsamarne il corpo quindi, in certo qual modo, conservare vivo il ricordo. La bellezza della nostra esistenza è essere dei ricercatori, ricercatori della Verità, ricercatori del volto di Dio, ricercatori dell'esperienza del Risorto. Il cristiano nel cammino della sua esistenza è sempre in questo stato interiore: Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto. Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio.

La bellezza della vita è essere in cammino per potere vivere veramente nel Maestro.

Ma quelle donne che sono in ricerca fanno l'esperienza dell’angelo, l'esperienza di chi annuncia la risurrezione; dell'esperienza della parola, dell'annuncio. La nostra ricerca si costruisce sulla Parola di Dio.

Non stiamo cercando qualcosa che ha udito la nostra sensibilità, siamo ricercatori del volto di Dio con la parola di Dio e noi possiamo essere cercatori di questo mistero attraverso l'ascolto. La Parola raggiunge le nostre persone in stato di apertura interiore, è quella esperienza di timore di cui ci ha parlato il Vangelo, unire le due realtà “timore e gioia”, timore non come paura ovviamente, ma come entusiasmo di un cuore che è raggiunto da ciò che sta desiderando: la bellezza di Gesù.

La Pasqua è per i cuori innamorati che vivono del Maestro e sono dei ricercatori inesauribili del suo volto e del suo mistero. Potremmo dire che la festa di Pasqua di Risurrezione è per gli assetati del mistero di Gesù, che di Gesù vivono, di Gesù vogliono vivere e con Gesù vogliono costruire la loro esistenza.

Ma la cosa bella - ed è il terzo passaggio che avremmo dovuto leggere - è l'incontro che il Risorto offre a quelle donne Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!» Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. È l'incontro sacramentale, il momento nel quale il Signore appare nel cuore del ricercatore riempiendo di gaudio il suo spirito.

È la bellezza del Risorto: cercare, essere persone che vivono della Parola e, nello stesso tempo, essere incontrati dal Maestro il quale ci riempie della sua presenza.

 

In quei gesti si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono, sono i linguaggi del Sacramento. Ecco il perché della bellezza di questa celebrazione del lunedì di Pasqua: essere come quelle donne, persone che del Signore vogliono vivere, che nel Signore costruiscono la loro vita e che, in questo entusiasmo spirituale, annunciano il Risorto ai discepoli.

Non è quello che stiamo celebrando in questo momento?

Se noi guardiamo effettivamente quello che stiamo vivendo noi stiamo incarnando ritualmente l'atteggiamento delle donne: venire in chiesa per vedere il Signore, non c'è altra motivazione per giustificare il motivo per il quale siamo qui. Siamo qui per vedere il Signore Risorto e per coglierne la bellezza abbiamo ascoltato quella Parola, quella testimonianza di Pietro la mattina di Pentecoste, dove ci dà il motivo della Risurrezione: Gesù innamorato del Padre! Per cui, anche noi, attraverso questa esperienza dovremmo chiederci se siamo veramente innamorati di Gesù e camminiamo veramente nella certezza che lui effettivamente non ci delude. Parola di Dio: la fedeltà Divina oggi nella nostra vita.

Allora il risultato è il gesto sacramentale, l'avvicinarsi, l'abbracciare i piedi e l'adorazione. È quello che noi celebriamo nella Divina eucaristia, cantiamo la bellezza di una Presenza, il Signore risorto in mezzo a noi, lo accogliamo con tutta la nostra personalità - il corpo di Cristo - e lo adoriamo, bocca a bocca, trasfigurati dalla sua presenza. E allora in questa meravigliosa trasfigurazione noi veramente risorgiamo con il Risorto e possiamo, usando le parole del Maestro, dire ai fratelli che Gesù li vuole incontrare per comunicare a loro, e a tutti, la gioia di questo evento meraviglioso, che è la risurrezione.

Ciò che conta è che il nostro cuore sia innamorato di Gesù. Noi tante volte andiamo ai riti, sentiamo delle parole, poniamo i segni sacramentali, ma il cuore è veramente innamorato di Gesù? E quindi veramente siamo dei ricercatori inesauribili di questa Presenza che è il senso portante di ogni frammento della nostra storia?

E allora quando celebreremo l'Eucaristia e ci accosteremo a quel Pane e a quel Vino, in quel momento, dovremmo dire al Signore: “Sei l'anima della mia anima, la mia gioia, sono risorto con te e cammino in novità di vita” e allora l'esperienza della Pasqua non è un un episodio di calendario, ma un gaudio esistenziale dove la nostra esperienza di Gesù diventa trasfigurante le nostre persone e ci rendono annunciatori di quella gioia che si chiama il Risorto. E allora, creature nuove, comunichiamo il Risorto ai fratelli per camminare in novità di vita e in questa comunione gaudiosa di una comune contemplazione del Risorto possiamo essere persone che desiderano la sua Presenza, ne gustano la luminosità, in attesa di quell'incontro meraviglioso quando, in paradiso, potremo veramente vederlo in quella gustazione eterna che riempirà tutta la nostra persona e sarà il gaudio di tutta l'eternità beata.

 

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