06 gennaio 2017

EPIFANIA DEL SIGNORE - Anno A -

Is 60,1-6                   Ef 3,2-3°.5-6           Mt 2,1-12
OMELIA
Nel mistero del Verbo incarnato è apparsa agli uomini la luce della vita.

In questo mistero ogni cristiano è chiamato ad entrare lasciandosi progressivamente trasfigurare da questo grande dono che viene dall'alto.

Per porci nella condizione di essere continuamente illuminati e trasfigurati occorre, come i Magi, metterci in cammino.

In Cristo Gesù ci è donata la bellezza della luminosità e il significato della vita.

Ognuno di noi infatti è chiamato a personalizzare questo evento, a renderlo vita della sua vita per poter ritrovare la profondità del vivere nel tempo e nello spazio. In questo cammino, seguendo quello che la Parola di questa mattina ci ha donato, ci accorgiamo che non si può giungere a conoscere veramente Gesù se non lasciandoci guidare dalla divina rivelazione, dalla Parola di Dio.

L'uomo cerca, l'uomo nel cammino della sua storia si pone in cammino, ma la guida di questo cammino è Dio che parla. È davanti a questa ricerca che i Magi si pongono in cammino dietro alla luce, quella che li ha condotti poi a vedere Gesù con Maria. Questa luce è stata la parola del profeta Michea.

L'uomo cerca, l'uomo vive in un profondo desiderio del vero, l'uomo si proietta in avanti, ma ha bisogno di una mano che lo conduca in questo itinerario.

La parola di Dio è la grande capacità che Dio dà all'uomo per essere se stesso, non per niente nel salmo si dice "luce ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" e nella pratica della Chiesa, ogni giorno, si recita sempre il salmo 118 perché la bellezza del cammino della fede nasce dalla Parola di Dio. Ma perché la parola è il centro di questo cammino?

Quando facciamo la scelta cristiana intuiamo questa grossa verità: Dio ama dialogare con l'uomo.

La rivelazione cristiana non è mai di tipo impositivo, Gesù non obbliga mai, Gesù dialoga sempre con l'uomo e questo dialogo avviene attraverso la Parola che è la persona stessa di Gesù. Infatti, quando entriamo nel mistero della Parola, dobbiamo superare l'idea che la Parola di Dio sia legata ad un libro. La Parola di Dio è la persona stessa di Gesù che si pone in dialogo con noi entrando in relazione con noi, stimolando la nostra libertà a entrare in un cammino di salvezza. Il cammino della novità della vita è un dialogo tra chi parla e chi ascolta, tra chi si regala all'uomo e l'uomo che con tutte le sue capacità ne accoglie il dono. Non per niente, quando camminiamo nell'esistenza della fede, abbiamo sempre come criterio: "così dice il Signore!".  E’ la bellezza della nostra esperienza di fede!

Se l'uomo è incapace di ascolto non porrà mai l'atto di fede.

L'ascolto è la capacità dell'uomo di lasciarsi invadere dall'iniziativa di un altro.

Usando un'immagine che gli antichi utilizzavano potremmo dire che il libro della Scrittura è una lettera scritta dallo Spirito Santo attraverso la quale Dio Padre ci parla perché noi, contemplando il volto di Gesù, ne comprendiamo il significato. È una lettera dove Dio rivela il suo amore in Gesù Cristo e, nel fascino della persona di Gesù, leggiamo quella lettera contemplandone il volto. Affermare che il cammino della fede ruota attorno a una parola è affermare che il cammino della fede è dialogare con il Padre vivendo il mistero di Gesù. Partendo da questa visione intuiamo una grossa verità: il cristiano potrà conoscere Gesù perché in tutto l'arco della sua esistenza ascolta Gesù.

L'uomo è essenzialmente ascolto, il mistero della fede è ascoltare.

Se cogliamo questa prima percezione, quando vogliamo incontrare Gesù dobbiamo ascoltare la comprensione di questa parola che nasce dalla realtà di Dio che è dentro di noi. L'uomo ascolta la parola perché nel suo cuore agisce quello Spirito Santo che lo rende aperto al rivelarsi di Dio.

L'ascolto è direttamente proporzionale al fascino di chi parla.

Lo Spirito Santo in noi ci dà continuamente il desiderio di accogliere Gesù, di coglierne il valore, di renderlo un senso portante della vita.

Come sarebbe bello, quando nell'incontro finale con il Padre, davanti alla domanda che il Padre ci rivolgerà: “qual è stato il criterio della tua vita?" noi potessimo dire: "tuo Figlio, è stato la parola sulla quale ho fatto le mie scelte".

Lo Spirito Santo che è in noi apre continuamente il nostro cuore ad ascoltare questa presenza di Gesù nella parola, nella storia, nelle vicende relazionali personali perché possiamo veramente costruire un'esperienza evangelica. Se il Signore non ci parlasse non ritroveremmo quella stella -usando l'immagine del Vangelo- e non potremmo accogliere quel mistero rivelatosi in Gesù Cristo che è entrare nella casa, prostrarsi, adorare, offrire.

L'uomo credente è l'uomo che nel cammino della sua vita vive continuamente quest'esperienza.

Il risultato è che la Parola non è mai statica, la Parola è creatrice di vita, la Parola è creatrice di significato, la Parola è un impegno dato all'uomo per ritradurla nella originalità propria di ogni credente. La Parola è un seme di sfumature infinite che penetrando in noi ci dice l'originalità della nostra scelta di fede perché possiamo camminare in verità e novità di vita.

Ogni volta che ci poniamo in cammino e desideriamo intensamente incontrare Gesù poniamoci in stato di ascolto, desideriamo che Dio ci parli effettivamente perché la sua Parola, il Verbo fatto carne, la sua Parola che è la storia del quotidiano, la sua Parola che sono le persone che incontriamo, ci possa veramente indicare la strada luminosa per giungere a conoscere veramente il Signore come hanno fatto i Magi.

Questa Parola si sta facendo carne: è il mistero eucaristico.

La Parola si è fatta carne nella nostra comunità, si è fatta carne nell'annuncio del Vangelo, si fa carne in quel pane e in quel vino perché vuole illuminare il cuore, affascinare le menti e portare la volontà ad una creatività morale nella quale la luce del Signore illumina i passi delle nostre persone.

Questo sia il mistero che vogliamo, nello Spirito Santo, fare nostro in modo che lungo il cammino della giornata dovremmo chiederci: Signore, tu come la pensi davanti a questa storia? Qual è la parola che mi indirizza perché faccia le scelte evangeliche?

Se saremmo stati capaci di costruire così la nostra esistenza, quando incontreremo Dio Padre lui vedrà in noi il volto del suo figlio Gesù Cristo perché la Parola, che è Gesù, sarà diventata senso della nostra vita. È quella trasfigurazione quotidiana che avviene nel nostro spirito perché dialogando con il Padre, innamorati di Gesù, possiamo dallo Spirito Santo essere costruiti uomini veri, capolavoro pensato dall'eternità dal Padre e che in noi, giorno per giorno, matura in una luminosità che è speranza in qualunque oscurità della vita quotidiana.
 
 
 
 
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