08 dicembre 2018

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA - Solennità -


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Gen 3,9-15.20                    Ef 1,3-6.11-12                     Lc 1,26-38

OMELIA

Il cristiano guidato dallo Spirito vive un'intensa attesa della venuta del Signore, sviluppando quel forte desiderio d'essere trasfigurato nel Maestro. Davanti a questo orizzonte nell'uomo nascono delle difficoltà: com'è possibile entrare in questo grande mistero che è l'essere trasfigurati da Gesù e in Gesù? Ecco perché la Chiesa in questo cammino di attesa del Maestro ci pone dinnanzi la figura di Maria Immacolata che rappresenta la risposta a tutti gli interrogativi dell'uomo. Davanti all'esperienza di Maria Immacolata quella che i bizantini chiamano “la tutta santa”, ritroviamo qual sia l'anima che ci dovrebbe veramente accompagnare in questo tempo di avvento in un atteggiamento di grande speranza. Infatti se noi, in semplicità, con la nostra intelligenza volessimo entrare nella intuizione di questo mistero, non ci accorgeremmo mai della profondità dell'amore del Signore. Nell'atto in cui Maria fu concepita fu già un capolavoro, un capolavoro che l'Evangelista ha ritradotto con l'espressione “piena di grazia”, è un capolavoro davanti a cui l'uomo, con la sua intelligenza, deve fermarsi per entrare unicamente con le intuizioni del cuore.

Ogni verità di fede è un passaggio dall'intelligenza al cuore, dall'uomo che brama comprendere il darsi gratuito di Dio, all'uomo che si lascia attirare in qualcosa che è più grande delle sue cognizioni. L'uomo per essere se stesso deve lasciarsi continuamente avvolgere, travolgere, guidare, dalla creatività inesauribile di Dio. Ecco perché il cristiano quando guarda Maria ritrova veramente, in modo autentico, l'espressione che l'angelo le ha rivolto a Dio nulla è impossibile! Quando l'uomo si lascia guidare dal fascino della ineffabilità di Dio che è creatrice, l'uomo cammina nella serenità del cuore, perché la bellezza di Dio non è da capire, la creatività di Dio è incomprensibile perché la bellezza di Dio l'uomo non può affatto percepirla. Egli si sente chiamato a lasciarsi guidare da questa ineffabilità divina perciò se noi davanti a qualunque proposta evangelica avessimo la difficoltà di entrare in una comprensione razionale, guardiamo Maria, ci ritroviamo avvolti da una meraviglia al di là di ogni comprensione.

Una simile visione ci aiuta a intuire perché l'uomo sia un autentico capolavoro trinitario! In certo qual modo ad ognuno di noi appare l'angelo, e ad ognuno di noi dice: rallegrati, sei pieno di grazia! E quando l'uomo ritrova questa grandezza della sua storia, non ha più paura perché respira un'aria che sa di divino.

Un simile orientamento spirituale e teologale deve essere coniugato con l'altra parola con la quale l'angelo s'è rivolto a Maria: Rallegrati! E qui entriamo nel cuore di Dio.

Spesse volte a noi manca il coraggio d'entrare nel cuore di Dio perché non abbiamo quella tranquillità, quella serenità del cuore, quella pazienza interiore di lasciarci attirare.

L'uomo protagonista rovina la vita se si lascia travolgere dai propri interessi. Solo lasciandoci attirare in quel Rallegrati scopriamo la gioia di Dio.

Maria è un capolavoro perché è la gioia di Dio, è Dio che ha trasferito in Maria la bellezza della sua esperienza e le ha regalato la sua gioia perché Maria è la gioia creatrice di Dio. Infatti, la vera gioia è sempre creativa, la vera gioia genera qualcosa di nuovo, la vera gioia dà la bellezza all'esistenza. Maria è il capolavoro della gioia di Dio! Quando Dio appare si rivela sempre come gioia.

Una delle povertà esistenziali dell'uomo è che non sa più godere, non sa più essere nella gioia, non riesce a collocare la propria esistenza in un progetto più grande che è la grandezza di Dio e quando l'uomo colloca se stesso in questo progetto più grande - che è la gioia di Dio - chi non può essere non contento? In Maria Immacolata - la tutta Santa - troviamo un capolavoro in cui Dio ha trasfuso la sua gioia nei confronti dell'umanità e, nel momento in cui ha trasfuso in Maria la sua gioia creatrice, anche ogni uomo quando per un momento si ferma, e, nella tranquillità e serenità del cuore, si pone la grande domanda: “Signore, chi sono io per te?” avvertiamo una luminosa risposta: “Sei la mia gioia che ti ha creato capolavoro!”. Se noi entrassimo in questo tipo di esperienza, ci accorgeremmo che la nostra storia è tutto un atto creativo di Dio. Quando noi, per le vicissitudini dell'esistenza, diventiamo tristi, dimentichiamo che in quel momento Dio ci sta talmente ricolmando della sua gioia creatrice e che noi dovremmo immediatamente collocarci su un altro piano. E’ possibile che Dio abbia la gioia di crearci e noi abbiamo la tristezza di vivere?

Dovremmo nel cammino della nostra storia quotidiana entrare in questo grande orizzonte. Diversamente non potremmo più vivere, perché diremmo: non è possibile. L'uomo quando si confronta con se stesso dice: non è possibile! Ma quando si lascia attirare, affascinare, prendere dalla grandezza creatrice di Dio, quando l'uomo intuisce nella sua vita che si manifesta la gioia creante di Dio, in quel momento la vita assume sfumature ben diverse.

Quando si dice che il cristiano è nella gioia è perché sta gustando la gioia di Dio. Dovremmo interiormente essere delle persone che sanno camminare in serenità e in semplicità.

L'evangelista ci aiuta ulteriormente nello stimolarci ad entrare nella gioia di Dio e a farla nostra.

Guardiamo il contesto dell'annunciazione: l'angelo appare a Nazaret, una cittadina ai confini della Palestina, ai confini di quello che è il nucleo fondamentale di Israele. Non si dice per ben due volte nel Vangelo di Giovanni: Cosa vuoi che venga di buono da Nazaret? Studia! E vedrai che nessuno arriva dalla Galilea. Quando noi sappiamo gustare la povertà gioiosa del quotidiano, quando non ci facciamo grandi illusioni, frutti dell'io, allora ritroveremo la gioia di quella povertà che canta la bellezza, la gioia, la gratuità, l'ineffabilità di Dio. Ecco perché la Chiesa ci pone accanto Maria nel tempo dell'avvento perché possiamo veramente sognare i sogni di Dio. E quando noi entriamo in questa bellezza, sognare sogni di Dio, riusciamo a comprendere l'espressione dell'Angelo a Maria: a Dio nulla è impossibile! E allora chiediamo allo Spirito Santo che ha fatto meraviglie in Maria di intuire quel Rallegrati piena di grazia il Signore con te! Perché in quel momento percepiremo una creatività nuova dentro di noi, non saremo distratti dalle tante cose, ma intuiremo la gioia creatrice di Dio e non saremo distratti dai troppi pensieri che partono da noi stessi. Non dovremmo mai dimenticarci del fascino di Maria per ritrovare la bellezza di essere discepoli di Gesù.

In questa Eucaristia, che è per eccellenza è gratuità divina e rappresenta la gioia di Dio che desidera vivere con noi, entriamo nel mistero della luminosità divina. Viviamo questa eucaristia con questa gioia divino-umana lasciandoci trasfigurare nella nostra povertà dall'incomparabile e incomprensibile creazione divina. Cammineremo in novità, potremo respirare anche l'aria pura e quando i polmoni sono pieni di Spirito Santo in quel momento sogniamo i sogni di Dio e sognare i sogni di Dio nella nostra vita è gustare la gioia di Dio che non delude mai.




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