01 gennaio 2020

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO - Solennità - (ANNO A)


Nm 6, 22-27    Gal 4,4-7   Lc 2,16-21

OMELIA

La celebrazione del mistero dell'Incarnazione ci ha introdotti a leggere la nostra storia con l'occhio e il cuore di Dio e a ritrovare la strada per essere veramente uomini. Davanti al desiderio di riscoprire la nostra identità, con Maria impariamo ad acquisire la categoria interiore essenziale per essere noi stessi: il silenzio.

La vita umana è costruita su due coordinate: lo spazio e il tempo. Nello spazio noi corriamo, programmiamo, ci affanniamo e la nostra esistenza va verso la dispersione. L’uomo che vive solo la coordinata orizzontale pensa di essere protagonista della propria vita. Ora Maria ci insegna a guardare in alto, a guardare qualcosa o qualcuno che è al di là dello spazio: è il tempo di Dio, che entra nella nostra esistenza. Chi corre perde se stesso, ma se guarda in alto, riscopre il gusto di accogliere Dio che crea, che salva, che fa l'uomo nuovo. Ecco che allora scopriamo il silenzio di Maria che, davanti ai grandi avvenimenti che l'hanno qualificata nell'evento dell'Incarnazione, s'è posta in silenzio. Di fronte al mistero, ha guardato in alto e si è lasciata illuminare da qualcosa, da Qualcuno, che solo il silenzio le poteva permettere di gustare. Ogni volta che ci interroghiamo su chi noi effettivamente siamo, dobbiamo innamorarci del silenzio, perché possiamo uscire dal caos che dissipa, per gustare il dono della vita.

Infatti, quando riusciamo a penetrare il silenzio nel suo valore fondamentale, ci accorgiamo che esso rappresenta il modo ideale per ritrovare veramente, in noi stessi, il mistero di Dio. L'uomo in silenzio riscopre queste due coordinate costitutive della sua esistenza. Si pone la domanda: “Chi sono?”, e va alla ricerca della propria identità e, nello stesso tempo, ha lo sguardo rivolto verso l'alto, mentre chiede al Signore di illuminare la sua storia.

Il silenzio è una sintesi continua di storia dell'uomo, che ricerca se stesso, e Dio che si rivela all'uomo.

Le due cose vanno di pari passo: l'uomo nel silenzio cerca, Dio nel silenzio gli si rivela. La presenza di Maria all'inizio di un anno è il richiamo alla condizione essenziale del nostro vivere: il silenzio! Allora, che cosa vuol dire entrare nel profondo di questa esperienza, alla quale l'uomo contemporaneo non è abituato? L'uomo corre, parla, ma non riflette più; organizza, programma, ma perde la propria identità. Allora alcune riflessioni ci possono aiutare a ritrovare quell'armonia in noi stessi, in modo che, se l'evento dell'Incarnazione ci ha rivelato la bellezza di essere uomini, il silenzio di Maria ci stimoli ad entrare nella bellezza d'essere veramente noi stessi. Nel silenzio l'uomo, rientrando in se stesso, si accorge che la sua esistenza va al di là dei suoi pensieri, va al di là delle sue azioni, va al di là delle sue parole e si ritrova mistero. Chi è l'uomo? L'uomo si ritrova in qualcosa che è più grande di sé: amare la nostra umanità nel silenzio del cuore è trovarci mistero d'amore.

Il silenzio autentico non è mai vuoto, il silenzio autentico è una supplica continua dell'uomo che vuole entrare nel gusto della propria identità. Per cui il silenzio è la gioia quotidiana di ritrovarci nel mistero di Dio.

L'uomo contemporaneo ha molta difficoltà nella fede, unicamente perché non ha scoperto il metodo per essere se stesso. Nel suo correre rumoroso, dimentica che il tempo è essere avvolti nell'atto creativo di Dio. Ogni istante della vita è un sacramento del Dio che ama l'uomo. Maria, in silenzio, si sente avvolta da qualcosa che è più grande di lei e che diventa per lei il senso dell’esistenza. E allora, se noi cogliamo questo primo aspetto nella dinamica della nostra storia, ci accorgiamo che il silenzio è la gustazione di una presenza meravigliosa: la presenza della Santissima Trinità. Il tempo è la Trinità che ama l'uomo.

Qualche volta pensiamo che il tempo siano le lancette dell'orologio, ma le lancette dell'orologio sono un fatto meccanico, non sono un valore…la bellezza della vita è l'istante dove la Trinità ama l'uomo, lo chiama all'esistenza, gli ripete continuamente che è avvolto in un amore più grande di quanto egli possa comprendere, gli dice: “Sii oggi la creatività di Dio!”.

Perché l'uomo ha paura del silenzio? Perché esso rappresenta l’immergersi nella fantasia della creatività del Padre, che ci regala il Figlio, nell'energia costante dello Spirito Santo. Se noi riuscissimo a penetrare tale meravigliosa verità, saremmo nella pace, nell'armonia, nella diuturna conversione, per essere autenticamente noi stessi. Utilizzando un'immagine, nel silenzio dovremmo percepire lo sguardo della Trinità sulla nostra vita e dovremmo dire: “Padre, grazie del mistero della vita; Figlio, sii compagno della mia storia; Spirito Santo, sii consolazione nelle difficoltà della vita quotidiana”. Allora ritroveremmo veramente noi stessi.

Credo che, iniziando un anno con Maria Santissima, donna del silenzio, dovremmo imparare a vivere ciò che veramente conta, ad approfondire il senso della nostra esistenza, a vivere quell'armonia della nostra persona, che rende feconda la scansione dei frammenti della nostra storia. Ecco perché l'uomo, quando vuol ritrovare se stesso, non va nel chiasso, non va nelle luci artificiali o artificiose, ma entra nel buio del Dio che lo ama e in quel momento la vita assume tonalità diverse.

In un itinerario esistenziale illuminato dalla fede, Maria Santissima ci accompagnerà istante per istante, condividendo con noi il suo silenzio, e ci farà intuire che nella vita non dobbiamo capire, ma gustare l'essere amati, scelti dalla Santissima Trinità. E quando noi entriamo in questa vitalità interiore nasce la pace, nasce la fraternità, nasce il coraggio di un'identica reciprocità.

Stiamo celebrando l'Eucaristia, che fu celebrata nella notte, nella gratuità di Dio: l'Eucaristia è Dio che si rivela nel silenzio del nostro cuore. Ecco perché l'Eucaristia è di chi si lascia catturare dalla potenza della Santissima Trinità, che lo introduce in un mistero più grande, perché l'uomo nell'Eucaristia entra nel silenzio di Dio. Lì non ha bisogno di tante parole, non ha bisogno di tanti canti, non ha bisogno di tante cose esteriori, perché l'uomo, avvolto nel silenzio di Dio, che costituisce la sua vera anima, nell'Eucaristia è autenticamente se stesso. Sia questo l'insegnamento che Maria ci vuole regalare questa mattina, in modo che, comunque siano i giorni che ci aspettano, abbiamo la certezza: l'istante è l'oggi dell’amore trinitario per ciascuno di noi e, nel mistero eucaristico, siamo veramente e pienamente noi stessi. Come conseguenza la vita avrà ben altre risonanze, saremo ricchi di forza e di speranza e potremo, nel cammino, dire ai fratelli “La pace di Gesù sia con te” perché, nel silenzio quotidiano, la Trinità ha ricreato la nostra esistenza personale.




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