28 novembre 2021

I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

Ger 33,14-16          1Ts 3,12-4,2              Lc 21,25-28.34-36

OMELIA

La visione della gloria che attende ognuno di noi è l'anima del nostro cammino nel tempo. Entrare nella grandezza gloriosa di Dio è iniziare un fecondo itinerario di vera speranza. Ecco allora che il tempo dell'Avvento è il tempo del desiderio della gloria eterna, e la parola scritturistica, che abbiamo ascoltato questa mattina, ci introduce in questa meravigliosa esperienza e ci dice che la bellezza della nostra esistenza si scopre nell'essere in cammino per gustare la pienezza della luminosità della Gerusalemme celeste. Il tempo dell'Avvento è il tempo della speranza. Ricordiamo sempre la bella frase di Paolo nella Lettera ai Romani: nella speranza siete stati salvati. Ma cos'è questa speranza che apre i nostri cuori a orizzonti infiniti e spalanca il nostro cuore verso una luminosità eterna? A tale riguardo la bellezza della speranza sta gustare fin da adesso il darsi della pienezza di Dio.  Ci accorgiamo di conseguenza che la volontà d'entrare nella speranza non è altro che desiderare con tutte le nostre capacità di accedere alla grandezza della nostra vocazione umana.

Ma come l'uomo dei nostri giorni può immergersi in una speranza, in un orizzonte di eternità, quando è dominato dalla paura, dai dubbi, da un grigiore esistenziale che non lo riempie più d'entusiasmo? Allora è interessante far emergere due difficoltà che scopriamo nella cultura di oggi per poter veramente ritrovare l'entusiasmo di attendere il Signore per essere sempre con lui.  

La prima grande difficoltà che ci impedisce questo respiro "glorioso" è che l'uomo di oggi sta diventando prigioniero della tecnologia. E’ il grande dramma dell’uomo di oggi, dove si sostituisce al dono creativo dell'uomo, l'esperienza di un uomo che si rende schiavo di quello che fa. E’ molto bella l'espressione con la quale papa Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica affermava: l'uomo occidentale quando conquistava il mondo perdeva la sua anima. L'uomo deve ritrovare la bellezza del cuore nuovo, la novità di Dio nel mistero della sua persona. L'Avvento ti dà la speranza perché ti fa comprendere lentamente, ma realmente, quella pienezza divina che si fa desiderare. Se noi volessimo definire la vita dell'uomo nel cammino quotidiano potremmo dire che la vita è una scuola di continua liberazione interiore dove l'uomo, nella grande luce che viene dall'alto, genera continuamente in se stesso il desiderio di una grande libertà e la libertà è questo incontro continuo tra l'eterno e tempo dove l'uomo, in un profondo senso di accoglienza, si pone in cammino verso una pienezza di vita. Camminare verso la verità gloriosa del Signore è camminare in quella libertà del cuore nuovo. È molto bello come i profeti indicando il venire dei tempi nuovi pongano la loro attenzione sulla ricchezza spirituale del cuore: Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo. L'uomo col cuore nuovo cammina in continua novità di vita verso la pienezza della gloria e non si lascia condizionare dalla mentalità tecnologica odierna. Se tutto è grazia, però tutto deve essere al servizio della bellezza dell'uomo. Quando un valore è veramente un valore? Quando l'uomo riesce lentamente a ritrovare se stesso gustando la vita come una attrazione verso qualcosa di grande! Sono quei sogni a cui tante volte andiamo a cercare e che ci accompagnano sempre. L’ Avvento è crescere nel sogno della grandezza di Dio, in un cuore che lentamente fà esperienza di una liberazione continua: è l'esodo verso la gloria eterna! Ecco allora che il primo elemento che dobbiamo cercare di cogliere in questo tempo di Avvento per poterci spaziare sulla grandezza Divina: ritrovare quel cuore nuovo che ha l'ansia dell'eternità beata. Chi ha questo grande desiderio può desiderarlo ardentemente e in Gesù gustare la sua gloria.

Davanti a questo primo elemento che ci aiuta a spaziare verso questa grandezza divina, un secondo elemento che l'uomo di oggi non riesce più a gustare: la bellezza del creato. Infatti l'uomo che corre continuamente, l'uomo che continuamente è schiavo dei suoi sogni storici, non sa più gustare la bellezza di quello che lo circonda. Ci viene a mancare quell'atteggiamento divino che il racconto della creazione ci aveva donato e Dio vide che era una cosa bella! E quando entra a parlare dell'uomo si dice nel testo biblico Dio vide che era una cosa molto bella! L’ uomo è stato creato da Dio perché nei suoi limiti andasse al di là di ciò che intellettualmente viene formulato, perché entrasse in una esperienza di sincronizzazione continua con i ritmi della natura perché la natura è il luogo in cui Dio ha messo l'uomo perché l'uomo realizzasse se stesso.

Quanti sono i cristiani che al termine della giornata dicono: Come sei stato meraviglioso Signore! Di quanta bellezza mi hai circondato! Di quale grandezza mi hai oggi regalato! E’ l'uomo che si lascia condurre da un'intensa esperienza interiore che lo introduce progressivamente nel desiderio di gustare il bello. Quando l'uomo entra nel bello assapora il desiderio d'incarnare il buono, e in tal percorso giunge ad avvertire la grandezza del vero: siamo nella comunione gloriosa con le tre Persone divine! L'Avvento è una anticipazione di quella bellezza che ci riempirà di sé nella Gerusalemme del cielo. Viviamo la vocazione a maturare un cuore nuovo che sappia gustare il bello per divenire creatura innamorate della verità. Ecco il tempo dell'Avvento vuol portare l'uomo ad intravedere questa grande speranza che lo introduce in qualcosa di affascinante. E allora il Signore questa mattina ci dice: essenzializza la tua vita, non lasciarti distrarre dalle tante cose, cerca di cogliere quel cuore nuovo che è in te e che desidera eternità beata, non lasciarti prendere dalle tenebre che avvolge la tua storia per poter essere introdotto nel Dio delle meraviglie! Se noi riuscissimo a gustare un simile itinerario di vita, la vita sarebbe ben diversa! Saremmo persone più ottimiste, avremmo un cuore ricco di speranza perché troveremo il coraggio di vivere l’oggi come un dono meraviglioso del Signore. E’ questione di avere un occhio che sia il luminoso riflesso un cuore nuovo, un occhio che nel bello purifica il cuore e il cuore purificato gode la possibilità di gustare il bello! Ecco il tempo dell'Avvento, una presenza quella del Cristo glorioso che si lascia desiderare attraverso questo meraviglioso itinerario.

Una simile ricchezza spirituale la stiamo celebrando nell'Eucaristia. L'Eucaristia noi la celebriamo in attesa di una grande luce quando il Dio trinitario, Padre Figlio e Spirito Santo, saranno una realtà sola nelle nostre persone. L'Eucarestia è l'Avvento celebrato ogni giorno perché nell'Avvento noi gustiamo una Presenza che si fa desiderare. Noi nell'Eucaristia con gli occhi della fede vediamo il Signore, ma nell'Eucaristia nasce la nostalgia di vederlo faccia a faccia. E allora ci accorgiamo che il cuore nuovo che nell'Eucaristia celebriamo ci fa desiderare il Signore, specie nel momento in cui canteremo il rendimento di grazie ed entreremo in quella bellezza di Dio che diventa il dono del corpo e del sangue del Maestro Divino. Entriamo in questa esperienza, non lasciamoci distrarre, per noi non esistono le luci, per noi c'è il desiderio della Luce, quella che non tramonta mai, e l'Eucaristia si offre in modo meraviglioso cosicché la speranza sia un presente che fa desiderare il futuro per essere veramente e realmente uomini come il Padre dall'eternità ci ha pensati.

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