05 dicembre 2021

II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

Bar 5,1-9      Fil 1,4-6.8-11           Lc 3,1-6

OMELIA

Il cammino dell'Avvento è una scuola per ritrovare l'esperienza della speranza, nella quale rigenerare continuamente la nostra esistenza. Questa mattina sia il profeta Baruc che il testo paolino ci hanno donato una grande luminosità, una grande esperienza di gloria, una prospettiva messianica che rinnova il cuore assetato di autentica bellezza. La grandezza e la fecondità della speranza rappresentano un orizzonte infinito nel quale l'uomo ritrova giorno per giorno il coraggio di camminare nelle complesse vicende della storia quotidiana. La speranza è la virtù dell'uomo contemporaneo il quale nelle difficoltà storiche ritrova il senso e la capacità di vivere, è il mistero della vita che non è mai travolto dal dramma della morte. Il cristiano è speranza e per entrare in questa esperienza è interessante che ci accostiamo alla introduzione del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato e che dà inizio alla vita pubblica di Gesù attraverso due elementi che ci aiutano ad entrare nell'esperienza della speranza: l'amore alla storia nella quale accade il mistero dell'amore di Dio, due dimensioni che alimentano la bellezza e la profondità della speranza. E’ interessante come l'evangelista Luca dia inizio alla vita pubblica di Gesù indicandoci le coordinate storiche, politiche e religiose: Roma, i capi del Popolo, l'esperienza sacerdotale. Questi elementi qualificano la storia nella quale Gesù ha iniziato la sua missione, ed è importante intuire il motivo per il quale l'evangelista Luca inizi il suo Vangelo della storia di Gesù con queste situazioni cronologiche, perché uno dei drammi dell'uomo religioso è l'illusione.  Uno degli aspetti sui quali noi tante volte non ci soffermiamo è che l'uomo religioso si costruisca tanti miti, tante ipotesi religiose, tanti auto-compiacimenti tinteggiati di fede e allora è importante, ci dice l'evangelista, che l'incontro con Gesù avvenga attraverso l'amore alla storia. Una delle caratteristiche del rinnovamento del Concilio Vaticano II è quel dialogo con la modernità che permette all'uomo di essere autentico. Amare il concreto di ogni giorno! Le grandi idealità fanno respirare l'uomo non staccandolo dalla vita di tutti i giorni, ma inserendolo attivamente nell'amore al feriale. Dobbiamo valorizzare l'amore al quotidiano come luogo della speranza. Noi non dobbiamo fuggire dal quotidiano, esso è il luogo attraverso il quale Dio parla alla nostra esistenza. Per essere stimolati ad amare il quotidiano ecco la bella espressione che abbiamo ascoltato: la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria.  La parola di Dio accade nella storia amata perché è nella storia che Dio viene. Il linguaggio che ha usato l'evangelista è estremamente significativo, è l'immagine di un solido che cade e cade dall'alto e dentro nella storia, è il Dio che nel deserto dell'umanità continuamente regala la sua presenza. Infatti cosa possiamo cogliere in quell'espressione la parola di Dio accadde Giovanni figlio di Zaccaria se non un Dio che comunica la sua interiorità all'uomo che cammina nel tempo e nello spazio? Ricordiamo sempre il dramma dell'uomo contemporaneo il quale - come ci siamo detti altre volte - vive un'esperienza orizzontale, la programmazione, perché vuole essere il signore della storia. L'uomo che ha paura programma, la bellezza di Dio è l'accadimento nella sua interiorità; in quella parola noi scopriamo l'amore di Dio per l'uomo, l'uomo immerso nella sua storicità che ha bisogno di trovare la capacità di vivere. Ecco la speranza! La speranza è il venire di Dio che è innamorato dell'uomo e la parola è Dio che regala all'uomo la sua presenza, la sua interiorità, il mistero della sua fiducia nei confronti della creatura umana. Ecco perché questa mattina la Chiesa vuoi educarci a rivivere la speranza, soprattutto con il dialogo del uomo dei nostri giorni in una cultura che tende ad addormentarsi. La Chiesa attraverso la odierna proposta evangelica ci dice: ritrova la vitalità del presente, ritrova la bellezza il gusto di vivere – oggi - non con le illusioni del passato o con le fantasie del futuro. Questo futuro si avvolge dei grandi sogni dei profeti e delle prospettive spirituali di Paolo, ma tuttavia amiamo la concretezza dell'istante nel quale possiamo gustare la rivelazione delle profondità del cuore di Gesù. Allora, la speranza letta in questo orizzonte, diventa una virtù divino-umana, divina perché la storia è un dono che viene dall'alto e, vivere in questo istante è un dono della gratuità divina. La nostra condizione storica scaturisce dalla convinzione che il presente è qualcosa di grande che Dio ci regala. L'uomo di oggi ha paura di vivere. La speranza regala l’oggi del concreto di Dio, dove Dio entrando in dialogo con l'uomo gli dice: “Non sei solo! Io sto camminando con te! Come ogni giorno tu respiri - dice il Signore - perché sei da me creato, così ogni giorno io ti regalo la mia gioia di crearti, di ispirarti, di immetterti in un cammino che è un grande orizzonte per il quale l’oggi è un meraviglioso sacramento!”. Se noi riuscissimo cogliere questo itinerario di vita, passeremmo continuamente dalle paure al coraggio, da una fede elementare ad una fede tutta immersa nel mistero di Cristo, da un itinerario di fraternità sociologica ad una comunione nello Spirito Santo. E' la nostra quotidiana conversione esistenziale, a cui la chiesa ci richiama continuamente.

Ecco perché l'Avvento è la scuola della speranza, e se noi riuscissimo a cogliere una simile verità, intuiremmo la conclusione del testo evangelico della profezia di Isaia ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. Gli uomini della speranza comunicano la novità di Dio all'uomo nel tempo e nello spazio per dargli vitalità e certezza di qualcosa di grande. Ecco la nostra eucarestia. L’ Eucaristia è la scuola quotidiana della speranza. Nell'Eucaristia, entrando nella partecipazione al rito eucaristico il Signore viene in chi ama la sua storicità quotidiana. Portando quel pane e quel vino noi regaliamo a Dio l'amore per il nostro quotidiano e di riflesso il Signore ci dice: “Ti inebrio della mia presenza santificando il tuo quotidiano” e allora intuiamo ogni uomo vedrà la salvezza di Dio perché vedrà dei cristiani attenti al quotidiano con un animo interiore ricca di luce, di calore e di forza. E’ la bellezza dell'Avvento! Viviamo così l'Eucaristia, la speranza di Dio per noi, e saremo veramente rigenerati da questa meravigliosa verità, potremo camminare in novità di vita. Dio è in noi, cammina con noi per aprirci quell'orizzonte glorioso dove eternamente contempleremo il Padre in una luce veramente inesauribile.

 

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