01 ottobre 2023

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

DOMENICA 01 ottobre 2023

Ez 18,25-28      Fil 2,1-11      Mt 21,28-32

OMELIA

Domenica scorsa Gesù ci aveva invitati a entrare nella vigna per accogliere quella moneta che è la bellezza della gloria del paradiso. L’uomo è chiamato alla vita per gustare la vita eternamente.

Oggi Gesù ci aiuta ad approfondire questa visione attraverso quella breve parabola che abbiamo ascoltata e che ci suggerisce tre passaggi che ci aiutano veramente ad entrare in questa vita in modo fecondo:

- la conversione

- la fecondità dell’ascolto

- la gioia dell’obbedienza.

Tre elementi intorno ai quali far ruotare la nostra riflessione, perché veramente possiamo entrare nella vigna e avere quel pezzo di denaro che ci permette di entrare nella gloria del cielo.

Il primo elemento è la conversione: davanti al primo figlio che disobbedisce ma poi si converte e obbedisce, nasce l’idea di fondo che per entrare nel regno dei cieli occorre ritrovare la bellezza della conversione. Questa parola che continuamente ruota nel discorso evangelico e che diventa l’anima della nostra anima. Quando noi siamo stati battezzati, siamo stati battezzati per una continua conversione che si inizia il giorno del battesimo e si conclude il giorno della gloria nel paradiso.

La conversione è la scelta quotidiana del Maestro. Noi, in genere, quando parliamo di conversione, abbiamo categorie molto morali. La conversione è nient’altro che il fiorire della vocazione battesimale: morti in Cristo Gesù, sepolti nella sua struttura, risorti nella sua gloria. La bellezza della vita cristiana è un divenire continuo dalle tenebre alla luce, dal peccato alla grazia, dalla solitudine alla comunione.

La bellezza della conversione è accettare la volontà del Padre di lavorare nella vigna e di vivere da discepoli di Gesù. Ecco perché il cristiano è chiamato ogni giorno a conversione. Quando Gesù iniziò la sua vita pubblica, fece quel proclama molto importante Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo, fate la scelta di vivere il mio mistero, “convertirci” e ogni giorno morire e risorgere con Gesù, è in un certo qual modo diventare progressivamente il mistero di Gesù. Quando noi incontreremo il Signore nell’ultimo giorno, non ci chiederà che cosa avremo fatto o non avremo fatto, ma ci guarderà in faccia e se vedrà il volto del suo Figlio Gesù ci dirà Vieni alla mia destra.

La conversione è diventare Gesù, è innamorarci in modo sempre più profondo e vitale della sua persona. Ecco perché, nella paraboletta che abbiamo ascoltato, viene elogiato il primo figlio, perché si è convertito, dalla disobbedienza all’obbedienza. Si è convertito ad andare nella vigna perché questa era la volontà del Padre. E allora davanti a questo primo elemento della conversione, la conversione vive dell’ascolto. Il cristiano si pone sempre davanti a Gesù e gli dice Parla o Signore, il tuo servo ti ascolta, fin dal mattino tende attento il suo orecchio, perché noi ascoltiamo come discepoli. La bellezza della conversione è l’ascolto diuturno e quando noi ascoltiamo, sappiamo che Dio è nuovo ogni giorno. Dio non è ripetitivo, la bellezza della fede è essere in una novità inesauribile che ci affascina, ci attira e ci dice giorno per giorno cammina in novità di vita. È la nostra vocazione battesimale. Quando Paolo ci descrive la vocazione battesimale nella lettera ai Romani, usa quell’espressione che dice camminare in novità di vita, camminare nella luce di Gesù che è il Signore del nostro cuore attraverso il secondo passaggio, che è ascoltare.

Infatti, la fede nasce dall’ascolto, la fede nasce dallo spalancare le nostre persone a quella Parola che entra dentro di noi, Così dice il Signore. Ritornando di nuovo all’immagine dell’incontro con il Padre in paradiso, Egli ci chiederà: “Quale è stato il criterio della tua vita?” “Ascoltare il tuo Figlio Gesù”. Noi siamo abituati a fare, ma la bellezza della fede è ascoltare, è spalancare la nostra persona all’invadenza di Gesù che entra nelle nostre persone e ci pone in stato di novità di vita. Ogni giorno è un atto di Dio che ci chiama a camminare nello Spirito Santo. Ecco allora che la conversione vive di un diuturno ascolto, come dice Paolo la fede nasce dall’ascolto, fides et audit. Noi continuamente siamo in ascolto, fin dal mattino, citando il testo del profeta Isaia, rende attento il nostro orecchio, perché ascoltiamo da discepoli. È la bellezza della nostra vita, e ascoltare è impegnare tutta la nostra storia per realizzare il mistero di Dio. È la bellezza della nostra vita, Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta.

E il tutto si ritraduce nell’esperienza dell’obbedienza Il figlio andò a lavorare nella vigna. Ma cos’è l’obbedienza? Qual è quell’obbedienza alla quale Dio ci chiama, perché possiamo veramente convertirci? Obbedire è la gratitudine dell’anima che si trova davanti alla gratuità del darsi di Dio. L’obbedire è una modalità dell'ascolto, Dio gratuitamente ci parla, ci prende per mano e ci guida nella storia. L’obbedienza è la docilità, è entrare in questo grande mistero. Quindi, Gesù stamattina, incontrandoci nella divina liturgia, ci dice una cosa molto semplice: Se vuoi veramente avere quel danaro che ti apre alla vita eterna, ricordati di convertirti, di avere la tua esistenza aperta all’invadenza di Dio-Amore.

Questa è la bellezza della conversione. Per cui, quando noi incontreremo il Signore nell’ultimo giorno, possa veramente dire: ecco il mio volto! In questo modo potremo entrare nella gloria del cielo: è la bellezza della nostra esistenza.

Viviamo in questa conversione e la conversione, come direbbe Paolo stamattina, è assumere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù; la conversione è un cuore che si lascia illuminare continuamente dall’alto, si pone in stato di obbedienza con un profondo senso di gratitudine. La conversione è il capolavoro di Dio nella nostra esistenza. Questa è la bellezza della nostra vita. Per cui fin dal mattino accogliamo il Signore che viene e camminiamo in novità di vita. Ecco perché ci siamo ritrovati qui questa mattina nell’Eucaristia, per poter veramente contemplare il Signore, ascoltare, rifare della nostra vita un atto di gratitudine nell’obbedienza.

Entrando in questo clima, noi ci accorgiamo che la salvezza, non è altro che dire vado a lavorare nella vigna e lavorando nella vigna, ritrovare la bellezza del cammino quotidiano: la comunione con il Signore. Ecco perché il Signore ha voluto rimanere con noi in un banchetto, perché la bellezza della comunione con Lui è stare insieme, mangiare con Lui, lasciarci trasfigurare, andare a lavorare nella vigna: è l’Eucaristia di tutti i giorni. Camminiamo in novità certi che il Signore è la nostra vita e non ci lascia mai soli, che ritrovando la presenza di Gesù, istante per istante, possiamo veramente ritrovare la bellezza di essere discepoli in vista di quel regno dei cieli, quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi. La nostra conversione vive di attesa, la nostra conversione vive di accoglienza, la nostra conversione vive di obbedienza per poter entrare in quella luminosità gloriosa che sarà il paradiso, il paradiso che è il desiderio dei nostri desideri, per poter camminare in quella lode eterna dove la nostra vita sarà veramente glorificata. Accettiamo di entrare nella vigna in una conversione continua e camminiamo nella certezza che il Signore vuol fare cose grandi dentro di noi e assumerci in quella luminosità eterna che sarà il gaudio della nostra vita per tutti i secoli che il Signore ci regalerà per sempre.

 

Nessun commento:

Posta un commento