31 dicembre 2023

DOMENICA FRA L'OTTAVA DI NATALE

31 dicembre 2023

SANTA FAMIGLIA DI GESU', MARIA E GIUSEPPE, FESTA – ANNO B

Gen 15, 1-6; 21,1-3          Eb 11,8. 11-12.17-19                 Lc 2,22 -40

OMELIA

Nel contesto delle celebrazioni del Natale, la Chiesa oggi ci introduce nell'interiorità della Famiglia di Nazaret, alla luce anche del testo finale del Vangelo: il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

L'esperienza di Gesù riflette l'esperienza della Famiglia di Nazaret. Ricordiamo sempre la grandezza di Gesù nella sua famiglia e allora, la famiglia di Nazaret, caratterizzata da tre atteggiamenti che abbiamo colto all'inizio del testo evangelico: il tempio, l'offerta, il rito, tre elementi che fanno la famiglia di Nazaret nella sua identità più profonda. Gesù cresceva:

- nella realtà del tempio, luogo in cui abitava la gloria di Dio,

- il canto di oblazione continua, la preghiera del mattino,

- attraverso l'offerta, il sacrificio dell'olocausto.

La Famiglia di Nazaret è espressa in questo semplice passaggio del testo del Vangelo di Luca che ci fa intuire che la grandezza della famiglia è la dimensione verticale. E allora cerchiamo di cogliere nella persona di Gesù questa dimensione verticale:

il tempioàl'offerta

il sacerdozioàil tempio

la famigliaàluogo in cui abita la gloria di Dio.

Il tempio nella realtà di Gerusalemme è il principio del Dio in mezzo al suo popolo. Avere il tempio è avere la certezza che Dio cammina con Israele, che Dio è il Signore della storia. Portano il bambino Gesù a Gerusalemme nel tempio per dire che egli è proprietà di Dio. Noi tante volte dimentichiamo il criterio che la vita è la signoria di Dio, e amare la vita è essere nel tempio del suo amore. Ecco il primo elemento che Giuseppe e Maria vivono nel tempio e di cui parlano a Gesù a Nazaret: la gloria di Dio! Quando Gesù nel tempio dà quella risposta a Maria - Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? - rifletteva quell'educazione familiare dove Dio è al centro. E il pio ebreo viveva questa esperienza attraverso la preghiera del mattino. Il tempio era la casa e il pio ebreo ogni mattina, quando si svegliava, offriva a Dio 13 preghiere in cui diceva la sua gratitudine, 13 benedizioni! La famiglia luogo della fecondità di Dio, la famiglia esperienza del Dio innamorato dell'uomo. Ecco allora quel Gesù che affida la Chiesa a sua madre - Ecco tua madre! - Ecco tuo figlio! - è la bellezza di gustare la signoria di Dio.

Allora il terzo passaggio. Durante la preghiera in cui il pio ebreo faceva in casa, nel tempio, veniva offerto l'olocausto, l'atto di gratitudine a Dio! Quindi Gesù, portato al tempio, ritrova la comunione con il Padre, rende la sua esistenza una oblazione attraverso un rito. Questi tre passaggi sono molto importanti, non solo per rileggere la personalità di Gesù che, in quel - Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? - era stato educato alla signoria di Dio… Devo essere attento alle cose del Padre mio!

E allora, entrando in questa visione, noi intuiamo che la famiglia di Nazaret è un'esperienza ordinaria della storia di Dio. Tante volte abbiamo dimenticato questo nucleo fondamentale. È molto bello come nel rito bizantino ministro del matrimonio è il sacerdote, perché è Dio, il Padre, che regala l'uomo alla donna perché l'uomo e la donna siano una gratitudine elevata a Dio. Gesù a Nazaret è vissuto in questa mentalità e allora, la bellezza della famiglia, è una grande liturgia: il bambino cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini: è la bellezza dell’armonia familiare. Ecco perché dovremmo andare un po’ a Nazaret e davanti ai grandi interrogativi della vita di oggi, andare a questo rito che deriva dall’Egitto, quando il popolo ebraico è uscito dalla schiavitù e che sostanzialmente è la bellezza di una famiglia: presenza di Dio, gratuità Divina, riconoscenza.  E se noi giocassimo con questi tre elementi saremmo sempre nella gioia, in una prospettiva che è eternità beata.

Noi tante volte siamo legati semplicemente a questa dimensione storica di questa vita. Ricordiamo sempre che ciò che abbiamo goduto in questa vita, ciò che abbiamo in certo qual modo gustato nell'ambito familiare, lo vivremo anche in paradiso. C'è un teologo protestante che ha una bella affermazione: ciò che abbiamo amato, amato in questa vita, lo ameremo sempre nell'eternità beata. E allora “Famiglia di Nazaret” è l'esempio di come incominciare, in questa vita storica, quella vita eterna che ci avvolgerà e ci darà senso quotidiano del cammino del feriale. Ora noi ci ritroviamo nell'Eucaristia, la famiglia dei figli di Dio, e viviamo questi tre componenti: la presenza, l'offerta, la gratitudine. E allora intuiremo come la bellezza della famiglia è una meravigliosa musicalità esistenziale che anticipa la gioia del paradiso.

Viviamo così in questa Eucaristia questo Mistero, magari nel caos di oggi queste cose saranno abbastanza sconosciute, ma se noi vogliamo veramente essere alunni di Gesù, godere del Natale, andiamo a vivere idealmente con Giuseppe, Maria e il piccolo bambino per poter gustare quella bellezza divina che è speranza nel tempo e gaudio eterno nella Gerusalemme del cielo.

 

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