24 dicembre 2023

IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B

24 DICEMBRE 2023

2Sam 7,1-5.8-12.14.16      Rm 16,25-27      Lc 1,26-38

OMELIA

Alla vigilia del grande evento del Natale la Chiesa ci ripropone la figura di Maria perché a essa dobbiamo accostarci per avere sentimenti migliori per gustare la venuta del Verbo di Dio e allora, nella frase finale del grande avvenimento noi cogliamo l'atteggiamento di Maria davanti al grande evento dell'Incarnazione, che è l'atteggiamento di ciascuno di noi. Ricordiamo sempre che l'evangelista Luca mentre descrive la figura di Maria descrive il mistero della Chiesa, descrive l'anima credente nella fede e allora, davanti al saluto dell'angelo che è in dialogo con lui, Maria ci dice qual è l'atteggiamento suo davanti al mistero della sua maternità: Ecco sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola, tre atteggiamenti che qualificano Maria, che danno senso alla nostra attesa del Natale e ci indica questo grande avvenimento debba diventare fecondo nella nostra vita: Ecco!

Se noi guardiamo attentamente la struttura dell'Antico Testamento, questa parola Ecco o Eccomi appare continuamente davanti ad una grande visione: le meraviglie di Dio si sviluppano dando una missione, in quell'Eccomi, Maria si mette disponibile davanti alla volontà di Dio, è la disponibilità all’oggi del mistero, è disponibilità all’oggi di un evento che determina tutta la storia dell'umanità. Ecco! Eccomi! È consegnare se stessi nelle mani di Dio, è l'atto di fondo della fede - beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore -. Ecco! Eccomi! È quella docilità intrinseca all'uomo quando entra nella storia di Dio e, questa storia, presuppone un atteggiamento interiore: sono la serva del Signore e quando noi cerchiamo di cogliere il senso di questa parola - serva - noi cogliamo un atteggiamento che caratterizza la storia della salvezza: il silenzio. Eccomi! Sono disponibile al tuo mistero.

La bellezza di incontrare Maria donna del silenzio.

Già Giuseppe ce ne aveva dato un esempio. Maria è in un atteggiamento di silenzio obbedenziale, in un silenzio dove c'è il primato di Dio. Cos'è il silenzio? Il silenzio è l'atteggiamento dell'uomo davanti a qualcosa di grande. Il silenzio è accoglienza, è disponibilità, è spalancare la propria persona al Mistero: la serva del Signore! È quell'atteggiamento adorante che noi cogliamo quando siamo davanti al presepe.

È sempre bello, davanti al presepio tradizionale, vedere Maria in adorazione, in un silenzio che si spalanca davanti al mistero di Gesù Bambino per orientare lo sguardo verso la bontà ineffabile del Padre. Sono la serva, sono la accoglienza, voglio spalancare la mia esistenza al venire di Dio! La bellezza del Natale è il silenzio nella notte, nel mezzo della notte, quando tutte le cose sono nel silenzio, la tua parola o Dio, nell'alto dei cieli è entrata nella storia dice il testo sapienziale. Il silenzio della notte di Natale.  

È molto bello come nella liturgia antica la messa di mezzanotte era il silenzio di Maria che accoglie il mistero e allora sono la serva del Signore, sono docile alla tua misteriosa volontà. E allora, in questo contesto, il terzo passaggio della spiritualità di Maria avvenga per me secondo la tua parola: la docilità obbedenziale. È molto bello come la lettera agli Ebrei, volendo definire l'evento dell'Incarnazione, usa una parola: l'obbedienza. Maria si apre, Maria si consegna, Maria obbedisce.  È quel mistero che, meraviglioso, avvolge l'esperienza del Natale. È molto bello come Sant'Ignazio di Antiochia volendo definire l'evento dell'Incarnazione ha una definizione molto bella: la Parola uscita dal silenzio di Dio. Il Natale è il silenzio di Dio che avvolge l'umanità rendendola capolavoro del suo amore. Quando noi ci prepariamo per il Natale dobbiamo assumere i sentimenti di Maria: docilità, bellezza dell'ascolto, la fecondità dell'obbedienza. Allora ci accorgiamo che la bellezza del Natale è gustare il venire di Dio innamorato dell'uomo. Noi qualche volta non abbiamo questa percezione. Nel silenzio della notte, amati, in modo meraviglioso dalla potenza della Santissima Trinità, per cui la bellezza del Natale è la bellezza gustativa di questo inesauribile amore di Dio per l'uomo. Lo percepiremo domani nel prologo di Giovanni, ma fin da adesso, cerchiamo di cogliere da Maria i tre atteggiamenti per vivere il Natale: docilità, affidamento spontaneo, obbedienza. E allora ci accorgeremo che il Natale non è un clima festaiolo, ma il clima della gioia dell'uomo che, sull'esempio di Maria, si sente amato da Dio. È molto bello come San Leone Magno disse che l'evento del Natale è la pienezza delle meraviglie di Dio. Una delle verità che oggi vengono molto sottolineate è il senso dell'Incarnazione. Noi questo evento non lo capiremo mai se non lasciandoci avvolgere dall'Amore da cui è stata veramente circondata la figura di Maria, l'Immacolata Concezione. E allora cerchiamo in questa Eucaristia, alla vigilia del grande evento del Natale, di guardare a Maria, il suo silenzio, la sua attenzione, la sua obbedienza. E allora ci accorgeremo che il Natale diventa la gioia della nostra vita umana. Mettiamoci in questo atteggiamento spirituale in modo da potere camminare in novità di vita e la bellezza di avere Maria con noi, ci aiuti ad aprire il cuore a questa venuta del Maestro, a sentirci persone realizzate, persone che nel mistero di Dio ritrovano veramente se stessi.

 

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