11 agosto 2024

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 11 AGOSTO 2024

1Re 19,4-8      Ef 4,30-5,2      Gv 6,41-51

OMELIA

L'evangelista Giovanni attraverso questo capitolo sesto del suo Vangelo ci introduce nella conoscenza del mistero di Gesù. Gesù è il pane della vita e quando noi sentiamo questa espressione istintivamente noi siamo portati all'Eucaristia, ma se guardiamo attentamente il discorso di Giovanni, il discorso è più profondo: la persona di Gesù è il pane della vita. Viviamo del suo mistero, camminiamo con lo stile della sua storia, veniamo rigenerati dalla sua presenza. La sua persona è il pane vivo disceso dal cielo e questo è importante perché noi tante volte davanti alle parole del Vangelo immediatamente siamo portati a guardare al Sacramento eucaristico. Ma esso è solo una conseguenza.

La bellezza dell'Eucaristia è il fascino di Gesù; veniamo in chiesa attirati dal suo mistero per poter crescere in novità di vita. E allora come possiamo conoscere Gesù?

L'idea del mangiare non è da intendersi in termini fisici, ma in termini esistenziali. Lui, la sua persona, il suo mistero è il cibo della nostra vita, ma come possiamo accedere a questa bellezza?

E allora ci accorgiamo come il discorso che Gesù ci propone questa mattina diventa espressione di qualcosa di molto grande: noi veniamo attirati nel mistero della Santissima Trinità. La nostra vita è attirata dal Padre! Domenica scorsa si parlava di fede… noi possiamo accostarci a Gesù perché crediamo in lui e la bellezza della fede è un itinerario nel quale il Signore continuamente ci attira, ci illumina, ci trasfigura e ci dà la capacità di camminare in novità di vita.

La bellezza della nostra storia è lasciarci continuamente guidare. Gesù è al centro della nostra vita, ma questo come è possibile? E allora tre possibili passaggi che questa mattina l'evangelista Giovanni ci offre. Innanzitutto la centralità di Dio Padre.

Noi spesse volte dimentichiamo la fonte della nostra vita: il Padre ci chiama a sé, il Padre diventa l'anima portante della nostra storia, il Padre nel suo itinerario ci regala al Figlio.

Ecco il secondo passaggio: attirati dal Padre egli ci regala il suo figlio Gesù. Credere è entrare in questo meraviglioso regalo tra il Padre e il Figlio.

Tante volte ce lo siamo ricordato questo grande mistero! Noi siamo un capolavoro all'interno delle relazioni proprie del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Padre ci regala al Figlio, il Figlio ci costruisce perché diventiamo progressivamente il suo mistero di salvezza.

Ma se questo è vero, è chiaro che Gesù è il pane della vita, perché la sua persona, il suo mistero è il senso della nostra vita.

Perché Gesù è il centro della nostra storia?

Dovremmo sempre andare all'origine della nostra vita, andare continuamente a comprendere che cosa avviene nella nostra storia. Chi siamo noi? Se non un meraviglioso regalo intra trinitario! Quando il Padre ci ha creato stava contemplando il Figlio e, guardando il Figlio, ha fatto nascere la nostra storia umana e questo perché la storia dell'uomo è tutta radicata nel Figlio. Conoscere Gesù è conoscere la nostra persona, non è che Gesù sia facoltativo nella quotidianità… Riandiamo sempre al bel testo del Profeta Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Il Padre ci regala al Figlio per iniziarci alla bellezza della nostra vita.

Ecco perché il cristiano ha il gusto della bellezza Divina, in lui l'uomo ritrova se stesso. Ma allora cos'è questo pane disceso dal cielo per cui chi ne mangia non muoia ma abbia la vita eterna?

Qui l'orizzonte si spalanca in modo meraviglioso, entriamo nell'eternità beata, il Padre ci regala al Figlio e il Figlio ci introduce nell'eternità! Uno dei limiti della nostra cultura odierna è dimenticare questa finalità di fondo della nostra storia: siamo nati per vedere eternamente il Padre!

Credo che ogni mattina, svegliandoci, al di là dei pensieri storicistici che in un modo o in un altro ci raggiungono dovrebbe crescere in noi questa profonda esperienza: quando Padre ti potrò veramente vedere?

Entrare in questa attrazione che diventa per noi la bellezza della nostra vita. Allora, quando moriremo, gusteremo questa eternità beata e il Padre sarà luce del nostro cuore.

Spesse volte l'uomo si pone la domanda del senso della sua storia e, davanti a quello che Gesù ci ha detto questa mattina, la meta della nostra vita è entrare in questo orizzonte glorioso dove il Padre ci illuminerà e il Figlio ci renderà creature continuamente rinnovate.

Questa è la bellezza della nostra storia! Questa è la nostra vita e allora, se questo è il metro a cui noi siamo chiamati a rivolgerci, come possiamo costruire il nostro istante? E qui la bellezza del camminare in novità di vita… Siamo continuamente la luce nella luce che viene dall'alto e che il Padre ci regala la continuamente. L'eternità beata è nient'altro che il desiderio più profondo presente del nostro spirito che ci attira continuamente a sé. Se noi guardiamo attentamente il Vangelo di Giovanni egli usa continuamente la parola “attrazione”, attratti al Cristo, attratti alla Croce, attratti alla gloria perché la bellezza della nostra esistenza è entrare in questo meraviglioso mistero dove il Padre gusterà di farci percepire la bellezza della sua gloria in qualcosa di grande.

Morire è aprire orizzonti di gloria eterna. Ecco perché il cristiano entra in questa visione meravigliosa nella certezza che la vita è solo un passaggio storico per entrare in questa pienezza di gloria dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi. Io sono il pane della vita… chi crede in me, anche se muore, vivrà e la vita è eternità in atto.

Viviamo questo mistero in tanta serenità e in tanta semplicità e allora, qual è la conclusione a cui Gesù ci richiama questa mattina? Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno dove, questo pane, è il suo mistero e la bellezza della sua persona, è il desiderio di una comunione gloriosa che ci illuminerà per tutto il tempo dell'eternità beata, anzi non ci sarà neanche più il tempo, perché saremo immersi in una luce meravigliosa che ci inonderà per sempre!

Amiamo Gesù, accogliamo Gesù, camminiamo con Gesù e allora questa mattina ritrovandoci nell'Eucaristia gustiamo questa attrazione. Non siamo noi che andiamo a un Sacramento, ma è il Cristo che attraverso il Sacramento ci attira a sé e il Padre ci trasfigura in quel mistero di gloria che è la bellezza della nostra vita. Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere e allora, come già una volta ci dicevamo, anche noi con San Giovanni della Croce diremo: “Quando finalmente potrò vedere il tuo volto, entrare nella tua luce e con i fratelli cantare eternamente la gioia di appartenerti?”

Questa sia la bellezza della nostra vita, il mistero del Padre, anima del nostro istante storico.

Viviamo in questa trasfigurazione giorno per giorno, si aprirà al nostro sguardo l'orizzonte del paradiso e quando giungeremo nella gloria canteremo eternamente quella libertà del cuore di essere veramente presi da questa grandezza luminosa che sarà il senso dell'eternità beata, in cui il Padre ci farà gustare la gioia di una eternità che è nient'altro che entrare in quella luce che non conosce alcun tramonto.

 

Nessun commento:

Posta un commento