DOMENICA
6 OTTOBRE 2024
Gen
2,18-24 Eb 2,9-11 Mc 10,2-16
OMELIA
Ogni cristiano,
nel cammino della sua vita, si pone sempre l’interrogativo: qual è il criterio
su cui costruire le scelte di tutti i giorni?
Il Vangelo ci
ha dato un esempio, la dimensione coniugale, ma il discorso è molto più ampio.
Nel cammino della vita qual è la volontà di Dio? Qual è il progetto che Dio ha
pensato per ciascuno di noi nel cammino della propria esistenza?
E allora credo
che Gesù questa mattina ci dia una grande risposta.
Qual è la
storia di Dio che noi siamo chiamati a incarnare?
Gesù davanti all'interrogativo
che gli viene posto va al racconto della Genesi: Dio ha fatto in un certo modo
l'uomo e la donna, l'uomo e la donna sono chiamati a vivere secondo il progetto
di Dio.
Questo esempio
vale per tutte le scelte della vita: qual è la volontà di Dio nella concretezza
della nostra esistenza? E la risposta è molto semplice: entrare nella storia di
Dio nei confronti di ciascuno di noi.
È il grande
interrogativo che noi ci poniamo continuamente nel cammino della vita: Signore,
cosa vuoi da me? Qual è il tuo disegno di salvezza che hai pensato per la mia
storia? E allora noi ci accorgiamo che
c'è tutta una metodologia di Dio nei nostri confronti.
Innanzitutto
il senso dell'ascolto, attraverso la nostra preghiera personale: cosa vuoi tu o
Signore?
È
questo l'interrogativo che nel profondo del nostro cuore continuamente agisce e
opera: creati da Dio, creati a somiglianza di Dio, siamo chiamati a vivere la
vita di Dio. Infatti, noi quando siamo stati battezzati, abbiamo avuto una
grande visione: vivere la storia della salvezza a livello personale. Il
battezzato ha la vocazione all’interno della sua persona d’essere la vivente
storia di Dio, e allora attraverso la preghiera personale, ecco, chiediamo al Signore,
sempre: “Qual è il tuo progetto nella mia esistenza?”, sapendo che Dio è
creativo ogni giorno, il Dio della rivelazione ci parla ogni giorno, il Dio al
quale abbiamo affidato la nostra storia cammina sempre con noi e, a questo
incontro personale nella preghiera, si aggiunge la Divina scrittura.
Noi ci
ritroviamo tutte le domeniche a celebrare i Divini misteri, ma questa Celebrazione
comporta anche l'ascolto della parola di Dio e, in quella parola, noi
ritroviamo il senso della nostra vita. Quando tra poco incontreremo il Padre e
ci chiederà in Paradiso - qual è stato il senso della nostra vita - noi
risponderemo: le Divine scritture!
Usando
l'espressione cara alle tradizione biblica “Così dice il Signore”, essere
alunni della Parola. Ecco perché ogni giorno andando all'Eucaristia noi
ascoltiamo le Divine scritture, perché in quel momento il Signore ci parla e ci
dice qual è il senso della nostra storia, fin
dal mattino - dice il profeta - rende
attento il mio orecchio perché io ascolti come un iniziato. La Liturgia
della Parola non è semplicemente la storia dell'uomo dell'Antico Testamento, la
Liturgia della Parola è la nostra storia, è Dio che ci parla per condurre le
nostre scelte in quel cammino interiore che ci porta progressivamente alla
comunione Divina.
Sarebbe bello
che noi rispondessimo al Padre con una frase molto semplice: “Ho ascoltato la
parola del tuo Figlio e le ho obbedito!” È la bellezza della nostra vita: sulla tua parola lancerò le reti della
mia esistenza.
Ecco il
secondo elemento che noi dobbiamo ritrovare nella nostra esistenza: la Parola
di Dio luce ai nostri passi… Fin dal mattino -ripeto- il Signore rende attento
il nostro orecchio… perché ne ascoltiamo la Parola, ma soprattutto il Signore
ci parla nel Mistero eucaristico. Ogni volta che noi veniamo alla Divina liturgia,
in quel momento, il Signore ci rivela la sua volontà: “Parla o Signore, che il tuo servo ti ascolta!”. Avere questa
coscienza di fondo che la nostra esistenza è costruita dalla Divina presenza. Noi
tante volte dimentichiamo questo tipo di cammino, questo stile di scelta
esistenziale, perché siamo troppo distratti. La Divina liturgia è la scuola
quotidiana per la nostra vita, con un grande particolare, che soprattutto è in
quella Parola e in quel Pane e Vino consacrati che il Signore si rende presente
nella nostra storia.
Qualche volta
le persone hanno questo tipo di interrogativo: riuscirò a vivere giorno per
giorno, o Padre, la tua misteriosa e Divina volontà?
E il Padre ci
risponde: “Il mio Figlio ti ha dato la sua Eucaristia”. Ogni parola è
accompagnata dal pane consacrato e dal vino benedetto perché la nostra
esistenza è la sua Parola incarnata e, se noi riuscissimo veramente a cogliere
questo interrogativo, noi riusciremo a leggere la nostra vita nella fede.
Sarebbe bello
che alla sera noi ci ponessimo sempre la domanda: “Qual è la parola che oggi mi
hai regalato? E questa parola è diventata il criterio delle mie scelte?” e
allora la bellezza di dialogare con il Signore, la storia, la nostra storia
personale, ecclesiale e comunitaria, vive di questo Dio che ama entrare nella
nostra esistenza per regalarci la sua parola. E allora quando incontreremo il Padre avremo
la gioia di dirgli: “Sulle parole del tuo Figlio ho fatto le scelte della mia
vita” e allora egli ci dirà: “Vieni nella gioia del tuo Signore!”
La nostra vita
è ascoltare, è incarnare, è gustare la Divina presenza. Questa è la nostra vita,
il Vangelo ci ha dato un esempio, nella nostra vita accostiamoci al Vangelo perché
le nostre scelte siano collocate in questo meraviglioso mistero e, questa è la
storia, che dobbiamo fare nostra. E allora ogni domenica il Signore ci chiama,
ci parla, ci rigenera, e ci dice: “Vivi la mia parola, gusta la mia Eucaristia,
cammina nella volontà del Padre e allora avremo una gioia meravigliosa:
obbedire al Padre come gioia del nostro istante.
Questa sia la
nostra vita, questo sia il mistero che vogliamo condividere anche con i
fratelli, questa sia la bellezza di ogni istante, questa parola, eternità beata
in atto, che noi pregustiamo, che condividiamo con i fratelli in attesa di
quell'evento meraviglioso quando Dio sarà tutto in tutti, nella gioia di una
parola gustata per tutta l'eternità beata.
Nessun commento:
Posta un commento