03 agosto 2020

XVIII DOMENICA T.O. - (ANNO A)

Is 55,1-3       Rm 8,35.37-39       Mt 14,13-21                      

OMELIA

La bellezza di ritrovarci questa mattina incarna quel fascino di Gesù di cui noi siamo chiamati a vivere ogni giorno. La sua presenza, la sua luminosità, la sua solidità esistenziale ci fa ritrovare il gusto della vita, è il fascino che abbiamo poc'anzi gustato dall'apostolo Paolo: Chi mi separerà dall'amore di Cristo? Quando il cristiano è alla ricerca di cosa voglia dire vivere, al suo orizzonte appare una meravigliosa persona, Gesù, e il suo fascino è così luminoso nel nostro spirito che non esiste realtà storica, quali la tribolazioni esistenziali e i guai del quotidiano che ci possano allontanare dal suo mistero. Chi trova Gesù trova la vita, trova la comunione fraterna, trova la luce nell'oscurità, trova la vita nella morte, trova la comunione nelle solitudini storiche. Gesù è il vibrare di Dio nel nostro cuore, con tutte le sue povertà. Il cristiano è tale perché ha questa anima interiore. Non per niente il brano dell'apostolo Paolo è la conclusione del suo grande tracciato della storia della salvezza nella lettera ai cristiani di Roma. Chi trova il Cristo, come criterio portante della sua esistenza, si ritrova veramente uomo in rapporto con la fonte della vita: il Padre. Il Cristo davanti a questa meravigliosa avventura non ci abbandona mai, il Cristo è talmente presente nel nostro quotidiano che la nostra storia è sempre nutrita dalla sua meravigliosa presenza. E’ molto bello avvertire tale verità riascoltando il testo del profeta Isaia che sogna i tempi messianici. Nella fede gustiamo come questo Gesù, che è il fascino della nostra vita, ci nutra, ci soddisfi, ci ricrei nella sua assoluta gratuità. In certo qual modo la gioia del fascino di Gesù è la gioia stessa di Dio che nutre la nostra storia regalandoci continuamente il Figlio. Quante volte il cristiano si pone l'interrogativo del perché dell'atto di fede soprattutto in una cultura indifferente da una parte, e dall'altra tentata dalle esteriorità. La bellezza di questo fascino verso la persona di Gesù, è nutrito da Gesù e nella gratuità di Gesù. Noi qualche volta dimentichiamo questo modo di procedere di Dio: viviamo nella meravigliosa gratuità divina. Noi abbiamo sempre la tentazione di chiederci del che cosa dobbiamo fare per accedere a questa meravigliosa avventura. Dovrebbe aiutarci la bella l'immagine di fondo che abbiamo ascoltato dal sogno di Isaia. O voi tutti assetata, venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte.  In questa luce anche se non abbiamo nulla con cui accostarci a Gesù per “comprare”, Gesù ci dice che siamo gratuita! E’ un fascino che nasce dall'amore incondizionato del Signore il quale ricostruisce la nostra esistenza per pura gratuità. Siamo dei poveri che nel silenzio del cuore si aprono al mistero e si lasciano nutrire e abbeverare. E’ molto bella l'immagine che abbiamo ancora ascoltato da Isaia porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete dove il porgere l'orecchio è questo fascino di Gesù, che porta ad essere protesi verso di lui, ad ascoltare con il cuore che è venire da Gesù e ritrovare la bellezza della vita. Il cristiano è Gesù vivente! E’ bello al mattino svegliarci e dare il buongiorno a Gesù il quale ci dà il suo saluto facendoci respirare. Allora se la vita tante volte è ricca di ostacoli, noi ben sappiamo che lui costruisce in modo meraviglioso la nostra esistenza e davanti alla tribolazione storica tutti diciamo con il cuore: chi ci separerà dall'amore di Cristo? ... né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore! Un simile misterioso e meraviglioso disegno dovrebbe veramente rincuorarci facendoci superare la tentazione dell'indifferenza, della chiusura o dell'autosufficienza, per poi ritrovare nel dono eucaristico la bellezza di questa novità. L'uomo perché è uomo ha bisogno del sensibile per cogliere l'invisibile e Gesù questo lo sa perfettamente perché egli è immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura. Per poter entrare in modo sempre più ricco in questo fascino di Gesù, il Maestro ci offre il grande miracolo: l'Eucarestia!

Se guardiamo attentamente il brano evangelico che abbiamo udito e fissiamo la nostra attenzione sulla gestualità di Gesù, noi ci accorgiamo che la stessa gestualità dell'ultima cena è la stessa gestualità dell'eucarestia. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla, Questa gratuità, questa presenza del Signore diventa eucarestia. Il fascino di Gesù ci porta ad andare da Gesù per lasciarci nutrire e dissetare da Gesù. E quando noi entriamo in questa meravigliosa esperienza noi ci sentiamo rifatti. La sua persona, il gusto della vita diventa il pane e il vino perché noi cresciamo in questo gusto e in questo fascino. Noi qualche volta dimentichiamo a causa delle tante cose della vita di percepire questa meravigliosa esperienza. Qualche volta la morale e il diritto soffocano la fede e ci viene meno quel gusto di una presenza. Ora Gesù in questa eucaristia ripete quel miracolo, sazia la nostra fame e sete di lui e ci dà la pienezza e potremmo dire: ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza! E’ il mistero che noi stiamo vivendo, è il mistero che stiamo celebrando, è il mistero che incarna il fascino di Gesù! Non dovremmo più dire “oggi è domenica, vado a messa”, oggi il fascino di Gesù è così pregnante nella mia vita, è così il criterio portante del mio istante che mi devo lasciare attirare da lui. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Come conseguenza in questo momento la nostra esistenza è tutta rifatta e in quel pane e speriamo presto anche in quel vino, noi potremo gustare la soavità del Signore. E la soavità è il gusto dell'ineffabile che riempie la nostra vita e ci dà la bellezza dell'istante e ci dice: “È bello vivere nella fede, anche se sarà più bello quando Gesù, in paradiso, ti vedrò faccia a faccia”.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere in questa eucaristia senza lasciarci prendere da tante cose esteriori. Una delle sofferenze di un cristiano è che queste bellezze siano rovinate da tanti strutturalismi ecclesiastici. Gustiamo la bellezza di una Persona, viviamone il mistero, ci sentiremo persone rifatte perché innamorate da chi è l'Amore per eccellenza. E allora viviamo questo mistero in tanta semplicità dicendo allo Spirito Santo che ci faccia intuire quello che l'intelligenza non capisce ma ci dia soprattutto quel cuore nuovo che ci fa percepire l'essere toccati da questa eucaristia, l'amore trinitario, per noi poveri senza denaro, perché siamo pura grazia. Camminando in questo orizzonte potremmo sperare, respirare, desiderare, pregustare l'incontro con il paradiso.

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